1° MOTORFEST: C’ERO ANCH’IO
Data: 08/05/2006 -
Categoria: Motogruppo
Mi sono svegliato prima del solito, nonostante fosse domenica e la sera prima non mi fossi addormentato prestissimo. Il primo pensiero, ancora prima di alzarmi dal letto, è andato al tempo fuori. Ho aperto la finestra e con grande soddisfazione ho accertato che non pioveva, non che fosse una splendida giornata di sole, ma non pioveva! Il tempo di lavarmi e poi il rito della vestizione: jeans, stivaletti, t-shirt nera del club, bandana intorno al collo, giubbotto tecnico in pelle e occhiali da sole. Nel garage, salire in sella, spingere lo start e sentire il rombo del motore dava sempre la stessa, fortissima, emozione.
L’incognita di cosa aspettarmi dalla giornata, se possibile, rendeva ancora più piacevole viaggiare verso la meta: il raduno. Sono arrivato al Palatenda con circa mezz’ora di anticipo rispetto all’ora dell’appuntamento, con grande sorpresa ho scoperto di non essere il primo; Giuseppe era già lì e la moto di Dario era già parcheggiata sulla strada.
Di li a poco i primi motociclisti arrivavano con i loro “mostri” rumorosi. La Marina, alle nove di mattina, era quasi deserta, sul lungomare solo qualche ciclista e un paio di anziani che passeggiavano sul Lungomare. Arrivavano da soli o in coppia e parcheggiavano lontano dalle nostre moto quasi con la vergogna di chi doveva ammettere di essere arrivato troppo presto causa la forte emozione e la trepidazione di partecipare al raduno.
Nel giro di neanche mezz’ora il parcheggio si stava riempiendo di moto, l’atmosfera si scaldava, i bykers cominciavano ad interagire tra loro parlando ovviamente di moto, preferibilmente della propria.
Le ragazze dell’ADP Motoclub, Enrica e Valentina, ricevevano tutti sotto il box delle iscrizioni con un sorriso che faceva presagire che, nonostante le nuvole minacciose, la giornata sarebbe stata piacevole.
Alle dieci e trenta, finalmente, era arrivato il momento di partire.
Lo Staff si preparava, con i motociclisti del club provvisti di giacca gialla, rifrangente, a formare il servizio d’ordine e la macchina “pilota”, con il lampeggiante arancione sul tettino, davanti alla fila (grazie a Giuseppe, Massimiliano, Tommaso, Marcello Orlando, all’altro Giuseppe e ad Alberto per l’ottimo lavoro). I motori cominciano ad accendersi e il lungomare si riempie in un attimo di rumore, gas di scarico e tanta adrenalina;
in sella i caratteri dei bykers iniziano a delinearsi, le prime sgasate sono contagiose, uno dopo l’altro i centauri, sotto gli occhi e le orecchie della Polizia Municipale, dei Carabinieri, degli operatori della Protezione Civile, dei passanti (nel frattempo aumentati in numero) e di un amico giornalista venuto, molto gentilmente, per un servizio fotografico, iniziano a far “cantare” le proprie moto ed un paio di personaggi straordinari a far letteralmente “scoppiare” i motori dei propri mostri lanciando fiamme dai tubi di scarico.
Partenza; giro di rito dentro il paese, che forse mai aveva visto cinquantacinque moto e circa sessanta tra motociclisti e zavorrine, tutti insieme e tutti in fila, circolare per le proprie strade e poi via, direzione lago di Bolsena. Passaggio a Canino, Valentano, Capodimonte, Marta, Tuscania e poi ritorno a Montalto. Dentro ogni paese toccato lo spirito dei centauri sembrava risvegliarsi e voler rivendicare la propria voglia e il proprio diritto ad un paio d’ore di libertà e di sfogo e le dita delle mani, quasi automaticamente, ricevevano gli impulsi dal cervello e dal cuore per tirare la leva della frizione e girare al “massimo” la manopola del gas. Il frastuono, che rimbombava tra i muri dei vicoli stretti dei paesi, faceva sì che le persone si fermassero a guardare, e distogliessero per pochi attimi l’attenzione dalle loro attività, come si trattasse di uno spettacolo strano e che fosse davvero un peccato perderlo. Rientrati a Montalto Marina, che nel frattempo si era riempita di turisti, ci aspettavano, sotto il palatenda, aperitivo e pranzo a base di carne cotta alla brace e vino rosso
(quello che ci voleva dopo un giretto di alcune decine di chilometri schivando di poco la pioggia e soprattutto senza nemmeno una sosta).
Durate il pranzo un proiettore mandava le immagini del MotoGP e, subito dopo le fragole, di nuovo in sella alle moto per alcuni giochi da veri “duri bykers” (gara di lentezza, lancio del pistone e tiro alla fune), sul parcheggio e sulla spiaggia, che hanno interessato e divertito anche i passanti che si sono radunati in gruppo richiamati dal rumore dei motori su di giri, poi estrazione della lotteria e assegnazione di relativi premi (tutti rigorosamente a tema).
Era folcloristico vedere i ragazzi dell’ADP gironzolare con le “ali” del loro logo stampate sulle t-shirt tutte uguali nell’area dell’evento; a guardarli davano l’impressione di essere un club collaudato e non un giovanissimo (quanto a data di fondazione) club motociclistico alla sua prima esperienza di manifestazione ufficiale (un pensiero a Stefano, il segretario del club, che ha lavorato molto per l’organizzazione e che a causa di alcuni impegni non ha potuto partecipare e a suo fratello Manuele). Ho trascorso una piacevolissima giornata insieme alla mia moto e a tanti amici
e per questo ringrazio tutti quanti hanno contribuito, direttamente o indirettamente, alla riuscita dell’evento: i ragazzi del catering e del bar, gli sponsor, il comune di Montalto di Castro, il comando della polizia municipale e i carabinieri di Montalto, i ragazzi della protezione civile, tutti i motociclisti che hanno partecipato (colgo l’occasione per un saluto particolare a Mirna e al suo compagno, arrivati, per caso, l’una da Montecatini e l’altro da Grosseto, al gruppo di Guzzisti di Roma, al nuovo iscritto Maurizio, a Jacopo e a Manu, ai due ragazzi di Ischia di Castro, al bykers solitario venuto da Tarquinia e ai ragazzi di Pescia Romana)
e soprattutto tutti i ragazzi dell’ADP Motoclub che hanno inaugurato nel migliore dei modi la nascita del loro gruppo.
Un motociclista che c’era F.C.
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